Kitchen di Banana Yoshimoto

Vi avevo già parlato di Banana Yoshimoto in uno dei primi post del blog…oggi, finito Kitchen, l’impressione che avevo avuto con le prime due letture è stata confermata:colpi di scena e trame particolari non fanno parte dello stile di Banana Yoshimoto, quindi se amate i libri pieni di azione o non vi piacciono le lunghe descrizioni avete sbagliato libro e autrice. Kitchen è la storia di una giovane ragazza rimasta sola al mondo dopo la morte dei genitori prima e dei nonna poi. Mikage viene quindi accolta nella “particolare” famiglia dell’amico Yuichi, composta da lui e dalla sua bella e dolce madre…

Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola. Nei momenti in cui sono molto stanca,, mi succede spesso di fantasticare. Penso che quando verrà il momento di morire, vorrei che fosse in cucina. Che io mi trovi da sola in un posto freddo, o al caldo insieme a qualcuno, mi piacerebbe poterlo affrontare senza paura. Magari fosse in cucina 

A fare da protagonista del libro sono i sentimenti: l’emotività, la solitudine, l’amore per la famiglia,l’omosessualità, l’importanza dell’amicizia e dell’amore. Lo stile narrativo è semplice e nella maggior parte delle pagine molto scorrevole, in alcuni punti, però, l’ho trovato un po troppo lento e faticoso da portare avanti.Non tra i miei libri preferiti, ma neanche tra quelli che sconsiglio…

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