Deathdate di Lance Rubin: Recensione

 

Vorreste sapere la data della vostra morte? 

Nel mondo di Denton Little questo è possibile ma non è un opzione, tutti, tranne qualche raro caso, già alla nascita sapranno quando devono morire e la Deathdate di Denton è molto vicina. Non si potrà sposare ne frequentare il college ne tanto meno sviluppare tutte le sue potenzialità. Fino al suo penultimo giorno di vita ha vissuto da bravo ragazzo facendo cose normali ma la sensazione di aver sprecato molto del suo tempo si fa sempre più viva in lui. Ma le sue ultime quarantotto ore non saranno per niente normali: sbronze, tipi strani e paranoici, mamme inquietanti e pelli che diventano a chiazze e viola. Riuscirà Denton ha scoprire cosa gli sta succedendo e cosa è accaduto a sua madre? Capirà in che modo morirà?

Il protagonista è simpatico ed ironico, così come i personaggi di contorno (tra tutti il migliore amico Paolo e la nuova mamma) e tutti gli improbabili eventi che il ragazzo dovrà affrontare.
Denton ci racconta la sua storia in prima persona e ci dà accesso ai suoi pensieri, anche in questo modo però lo conosciamo poco. Il romanzo inizia mettendo molta curiosità in chi legge e mantiene un buon ritmo, verso la metà si blocca un po’ e diventa un po’ ripetitivo, il lettore aspetta un cambiamento, ma non scoraggiatevi perché ci sarà e sarà molto interessante,

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Il finale è a sorpresa e aperto, molto molto aperto. Voglio il seguito.

Che ne pensate? Lo avete letto?
P.s. sono nei ringraziamenti finali del libro^^ 
Io e gli altri lettori che hanno partecipato all’iniziativa 
per scegliere la cover del libro X) Preferite questa o l’altra?

11 pensieri su “Deathdate di Lance Rubin: Recensione”

  1. Ciao!
    Io ho recentemente finito Deathdate e l’ho trovato parecchio gne. Una storia originale, ma inverosimile, perché è impossibile prevedere il destino di una persona analizzandole semplicemente il sangue, suvvia, condita da dei triangoli amorosi fastidiosissimi a mio parere. L’unica cosa che salvo è l’umorismo di Denton che dà senso all’intero libro, senza dubbio. Diciamo che come esordio non è folgorante, ma è abbastanza gradevole.
    Poi solo a me pare che nelle ultime 100 pagine il nostro Lance si sia messo a scrivere di fretta, di frettissima?
    Trovi il mio parere “esteso” qui se vuoi dargli un’occhiata :3.
    Rainy

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