Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo

di Aaron Karo (Giunti Y) .Il titolo di questo libro mi aveva entusiasmato molto, fa subito capire al lettore qual’è il tono del libro: ironico, divertente e fa venire voglia di leggere di questo Chuck: diciassettenne costretto a lavarsi le mani continuamente, a controllare che tutte le piastre dei fornelli siano spente, a ripetere 14 volte la combinazione dell’armadietto. Cos’ha che non va? secondo Wikipedia soffre di un disturbo ossessivo compulsivo. A parte questo è un ragazzo piuttosto nella media (troppo poco bravo coi cazzotti per essere un bullo, ma anche troppo poco amante della matematica per essere un nerd ): ha un amico del cuore, Steve, e una sorella, Beth, bella e insopportabile. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d’animo. L’arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia.

Un libro carino, molto scorrevole (adatto ad un pubblico YA) e divertente, che prova a trattare un tema serio e importante. Ci riesce abbastanza bene quando 
viene descritta la quotidianità della vita di Chuck e tutte le sue ossessioni in modo esaustivo ed ironico, ma poi si perde: infatti

gli altri personaggi che stanno sullo sfondo sono tutti stereotipati ( una sorella minore popolare e con la puzza sotto il naso , un padre interessato soltanto allo sport e al denaro e la nuova ragazza dolce e perfetta) e la storia si sviluppa e finisce in modo molto molto prevedibile.
Insomma un buon protagonista messo però in una storia un po superficiale, peccato! Aspetto il vostro parere.

3 pensieri su “Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni. E, stando a Wikipedia, soffro di un disturbo ossessivo-compulsivo”

  1. Appena l'ho visto tra i libri della sfida mi sono subito incuriosita.
    Prima di tutto incomincia anche con "My name is Chuck" come la serie "Chuck" e poi il titolo è davvero interessante.
    Leggendo la tua recensione mi fa venire in mente un libro che ho letto diversi anni fa "Una voce dentro di me" di Hesser Spencer Terry.
    In questo caso la storia non è per niente superficiale. Magari in questi giorni lo rileggo e scrivo una recensione del libro, è un peccato che sia passato nel dimenticatoio.
    🙁

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