Roma Caput Zombie: Recensione

Avete visto: Lo chiamavano Jeeg Robot?
Se vi è piaciuto, o se amate gli zombie ho un libro che fa per voi: Roma Caput Zombie di Marco Roncaccia.
Già dalla cover e dal titolo potete capire di che parla: Aldo viene morso da un piccione e da quel momento il suo menu inizia a comprendere: cani, furetti e per finire in bellezza: carne umana. Sullo sfondo un quartiere degradato di Roma e riferimenti a musica, film, fumetti e serie tv

Aldo dovrà fare i conti con la sua nuova natura, iniziare una vita sociale anti veg e scappare dalla polizia.

Se avete lo stomaco delicato lasciate stare, perchè il libro ha scene molto splatter e macabre
Ma questo aspetto non è tutto, il romanzo è molto scorrevole, ben scritto e divertente, ho riso tantissimo, ogni tanto mi fermavo per leggere a mia sorella delle frasi che mi colpivano per la loro genialità. Si parla, anche, di degrado, di alcol e droga, e di criminalità. Ci sono belle descrizioni di questa Roma cupa e oscura. L’insieme di tutti questi elementi è assurdo e realistico contemporaneamente.
Parlando della figura dello zombie, dopo il morso lo stato di non-morto non è permanente, se si mangia con regolarità si mantiene consapevolezza e umanità (un pò come Liv in izombie), e qui c’è un interessante riflessione infatti il protagonista lotta continuamente contro se stesso, ha etica, disperazione e paura.  Interessanti anche gli stravaganti personaggi secondari.

Lo scrittore ha trovato il modo di rendere originale e diversa dalle altre la sua storia: con la scelta di usare i piccioni per far diffondere il virus (sono molto più inquietanti di quello che possono sembrare e tutti li odiano già), con la narrazione in seconda persona e con Aldo, un morto vivente molto vivo
Il finale è aperto,  spero in un seguito, anche perché ci sono ancora domande a cui va data una risposta.


Lasciatemi il vostro parere e ditemi quali sono i vostri zombie preferiti.