Le anatre di Holden sanno dove andare di Emilia Garuti: Recensione

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Buon inizio settimana!!

Oggi son

o qui per recensirvi: Le anatre di Holden sanno dove andare , libro della giovane Emilia Garuti.

La protagonista è Will, un adolescente che ha provato a suicidarsi, che vive con due genitori che fingono sempre che vada tutto bene per mantenere le apparenze e che deve scegliere cosa fare della sua vita visto che il liceo è finito. Andare a lavorare o iniziare l’università. La ragazza non vuole prendere una decisione perché è una scelta importante ed ha paura di sbagliare e perdere qualche occasione importante della vita, quindi se ne sta sul letto a non fare nulla o esce con qualche amica che non la capisce. Le cose cambiano quando incontrerà Matteo.
La prima parte del libro mi è piaciuta abbastanza la protagonista mantiene un tono critico e ironico ( ottima cosa) e si ritrova in situazioni comuni al lettore, come le persone che attaccano bottone sull’autobus anche se guardi fuori dal finestrino e hai le cuffie, o la falsità delle cene di classe. Continua abbastanza bene, anche se non condivido molte delle decisioni che prende la protagonista. Per me fare una scelta e sbagliare è meglio di non fare niente e quindi perdere a priori tutte le cose positive che potrebbero succedere. Il ritmo è veloce e il romanzo è piacevole da leggere soprattutto per lo stile mordace della protagonista.
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Ha iniziato a non piacermi quando decide di iniziare l’università, lei non vuole parlare con nessuno ma dopo fa una scenata perché nessuno ha parlato con lei e si sente tanto sola…O vogliamo parlare dello sviluppo banale del suo rapporto con Matteo e di come le cose si risolvano come per magia? Non è per niente coerente e soprattutto non c’è niente di nuovo ne di originale.
E poi l’ultima frase. Dovrebbe essere un colpo di scena? Mi dovrebbe sconvolgere?

Per me è stata solo una scelta di cattivo gusto.
E’ un peccato che non mi sia piaciuto, perché avevo apprezzato molto la cover, il titolo che richiama una frase di: Il giovane Holden, e la relativa metafora.

 

 E’ così strano non avere  sogni? Quando uno è abituato  a vedere che non si avvera mai  tutto ciò che desidera, mi  sembra normale che dopo un  po’ smetta di sognare. Si  chiama istinto di  conservazione: se non speri  niente, non rimarrai mai  deluso, è piuttosto scientifico. Poi, quando si  realizzano solo gli incubi, uno comincia anche ad avere una certa paura di sognare.
 
Qual’è il vostro parere? E’ tra i libri che vorreste leggere?

 

11 pensieri su “Le anatre di Holden sanno dove andare di Emilia Garuti: Recensione”

  1. L'ho finito giusto ieri.. a me è piaciuto, anche se l'ultima frase fatico a capirla. È piuttosto banale in molti punti, ma ho apprezzato il modo in cui riesce a mettere nero su bianco, senza giri di parole, i problemi e le paure che tutti affrontiamo 🙂

    1. Si, non mi è piaciuta è come dire, forse, tutto quello che vi ho raccontato non è vero. Però non ha molto senso visto con il resto della storia. Si su molti aspetti è stata schietto e sincera e l'ho apprezzato però i lati negativi, per me, hanno superato i positivi. sono contenta che a te abbia fatto un buon effetto 😉 Buone prossime letture!!!

  2. Mmmm… mi intrigava il titolo ma dalla tua recensione ho colto alcuni aspetti che mi lasciano un po' perplessa… non so nemmeno se metterlo in wishlist sinceramente!

  3. Mi attirava ma anch'io, come ha scritto Simo quassù, dopo aver letto la tua recensione sono un po' perplessa… almeno per il momento non lo prenderò, ho troppi titoli più interessanti a cui dare la precedenza!

  4. Letto, e non è piaciuto neanche a me.
    Sembrava uno di quegli staterelli di Facebook. Mi sarebbe scappato anche il "mi piace", in tal caso, ma dodici euro per un libro simile… anche no!

    1. Il finale l'ho trovato simpatico, personalmente, ma SPOILER…
      Se era tutta una sua invenzione, non poteva inventarsi qualcosa di più surreale. Semplicemente, una cosa migliore?

    2. Si appunto visto che dice quella cosa, quello che succede prima poteva essere meno banale, per usarla sarebbe servita uno svolgimento tipo quello di: Chi è Mara Dyer, o che almeno ogni tanto ti facesse venire qualche dubbio.

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