Le Diecimila Porte Di January di Alix E. Harrow è un librofantasy autoconclusivo pubblicato da Mondadori, che mi ha mandato una copia per leggerlo e scriverne la recensione.
Iniziamo parlando della trama:
January vive in un’antica casa nel Vermont, piena di tesori incredibili provenienti da tutto il Mondo (o dovrei dire Mondi).
Si, perché un giorno, a sette anni, la ragazza trova una Porta, che una volta attraversata la conduce in un alto luogo in un altro mondo e dopo molti anni un libro misterioso che le svelerà molte informazioni importanti sulle Porte e su se stessa.
Ovviamente, ci saranno pericoli da affrontare (qualcuno sta distruggendo tutti i passaggi) scelte difficili da prendere e luoghi nuovi da scoprire.
Ad una prima occhiata Le Diecimila Porte Di January mi aveva ricordato: Il mare senza stelle, per alcune somiglianze: il libro misterioso che racconta una storia legata al protagonista, porte per altre mondi e qualcuno che le vuole distruggere, lo stile di scrittura molto ricco ed evocativo ma vi posso assicurare che la storia si sviluppa in modo molto diverso.
Devo dirvi che sono tra le poche persone che non hanno amato questo libro, l’ho trovato carino mada non piùdi tre stelline, capite cosa intendo?
La storia è raccontata in due modi: in alcuni capitoli è la protagonista, in prima persona, a dirci cosa succede, in altri siamo dentro al misterioso libro e abbiamo un altro narratore, queste parti inizialmente mi avevano annoiato ma poi si scopre il senso e diventano molto più interessanti.
In generale, il romanzo è un po’ lento nella parte iniziale e più appassionante in quella finale.
Da dei messaggi importanti: come il potere dei Libri e dell’Immaginazione, il trovare il modo di essere se stessi e mette in risalto i vantaggi di un mondo che cambia e dell’influenza di culture diverse.
January è una protagonista potenzialmente interessante: ama leggere ed è una grande avventuriera anche se deve reprimere se stessa per adeguarsi a quello che le persone si aspettano da lei, ma che poteva essere sviluppata meglio. Non ho notato una grande crescita nel tono con cui narra la storia sembra sempre che sia la bambina di sette anni a scrivere e non si sente il passaggio alla ragazza di 17.
Inoltre, nel libro viene ripetuto moltissimo questo schema: lei che pensa una cosa ma poi la brava bambina prende il sopravento, che mi aveva un po’ infastidito, però successivamente ho scoperto che questo comportamento aveva una spiegazione importante per la trama, quindi l’ho rivalutato.
Sono rimasta un po’ stupita che ad una sessantina di pagine dal finale la Storia era molto aperta e sembrava che dovesse ancora succedere tutto e in effetti il libro si è andato a concludere in un modo sbrigativo, anche se prima di ciò ci sono dei colpi di scena interessanti .
Il finale è carino (ma non molto originale) e farà contenti i fan degli happy ending (dai ogni tanto una gioia ci vuole).
Lasciatemi un commento per farmi sapere se l’avete letto e se vi ha emozionato.
la storia si concentra maggiormente su Nick, che dopo l’iniziale incertezza, comprende cosa prova per Charlie e cerca di capire come affrontare il tutto.
Assisteremo a primi appuntamenti, dolcissime gite al mare e soprattutto al Coming Out di Nick.
Come nel primo, la storia è molto semplice, non aspettatevi grandi colpi di scena, ma coinvolgente, raccontata in modo molto realistico, i personaggi crescono ma lo fanno in modo graduale, si pongono domande (chiedono anche a Google :P), fanno prove e si mettono in
gioco. Questo li rende molto convincenti ed è facile immedesimarsi (a prescindere dall’orientamento sessuale di chi legge) con loro (e anche innamorarsi).
In più ci sono i disegni che sono sempre estremamente espressivi e in grado, in pochi tratti, di comunicare tantissimo e i dialoghi che risultano divertentissimi e tenerissimi.
Un’altra cosa che ho apprezzato è come l’autrice faccia vedere, tramite i gruppi che frequentano i protagonisti, diversi tipi di amicizia e metta in evidenza come alcuni di essi siano tossici.
La lettura è molto scorrevole, appassionante ed emozionante, una volta arrivati alla conclusione si vorrebbe avere subito il seguito (per ora sono 3 con il quarto in uscita).
A fine libro non mancano i soliti divertenti extra tra cui la mini storia di Tara e Darcy, due ragazze, di cui faremo la conoscenza in questo volume e che cercano, anche loro, di capire la propria identità (tema molto caro alla Oseman).
Ve lo consiglio tantissimo!
Fatemi sapere se vi è piaciuto e se continuerete a leggerlo.
Il libro è uscito in una versione doppia che contiene sia questo titolo che il primo e anche la novella: Guida alla fortuna in amore per giovani gentiluomini.
Quanto sono geniali i titoli???!!!!
Dopo le avventure del Gran Tour, con Monty e Percy, Felicity decide di cercare di realizzare il suo grande sogno: studiare medicina in un università importante. Ma è più difficile di quanto potesse credere, perché è una donna e nessuno la prende sul serio.
Il matrimonio di una vecchia amica, però, potrebbe essere l’occasione giusta per entrare nel team di una spedizione scientifica condotta da un famoso dottore.
Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne mi è piaciuto molto di più del primo (che, comunque, avevo apprezzato molto). Felicity è una protagonista interessante: intelligente ma a volte goffa, che sembra super determinata e spietata, ma nasconde delle insicurezze e la paura di non farcela. Ogni giorno deve combattere per farsi vedere come una “persona” e non come lo stereotipo che gli uomini credono siano le donne.
Nonostante il romanzo sia ambientato nel 1700, i sentimenti e i problemi di Felicity sono molto attuali, e molte ragazze (e anche ragazzi) ci si potranno immedesimare.
Se vi state chiedendo se nel libro ci sono anche Monty e Percy la risposta è che faranno delle comparsate ma non sono loro i protagonisti.
Ho trovato la storia molto avvincente e stimolante, anche questa volta ci sono viaggi da intraprendere, torneranno i pirati (che saranno più presenti rispetto al primo) e ci saranno numerosi colpi di scena.
Ad arricchire la storia ci sono molte scene divertenti. I pizzi saranno molto importanti 😛
Verrà fatta vedere la condizione femminile di quel periodo, oltre che con Felicity anche attraverso le altre due coprotagoniste, ragazze con caratteri diversi che devono affrontare anche loro i pregiudizi di genere e i problemi che ne derivano.
Se nel volume precedente viene posta l’attenzione sull’omosessualità e sulla bisessualità dei protagonisti, in Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne, si parla dell’asessualità.
A fine libro ci sono delle note molto interessanti scritte dall’autrice che vi spiegheranno che, nonostante la trama di finzione, le protagoniste sono ispirate a donne realmente esistite che hanno combattuto per essere accettate negli ambiti da loro scelti, leggetele!
E dopo potrete scoprire: Guida alla fortuna in amore per giovani gentiluomini. Novella carina che si inserisce temporalmente tra la prima e la seconda storia, in cui vediamo l’evolversi del rapporto tra Percy e Monty. Non mi è dispiaciuta, ma tornando indietro, l’avrei letta seguendo l’ordine cronologico, dopo la parte di Felicity stona un po’.
Sono rimasta piacevolmente colpita da entrambi i libri e da come vengono affrontati con consapevolezza e competenza temi molto importanti. Sono molto curiosa di leggere: The Nobleman’s Guide to Scandal and Shipwrecks. (Il protagonista dovrebbe essere lo Gnomo).
Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma ha passioni: il gioco, il vino, il sesso, che gli fanno guadagnare la disapprovazione della società e soprattutto del padre. Dopo essere stato cacciato da scuola, Monty parte per il Grand Tour: un anno di divertimento e viaggi per le città più belle d’Europa prima di doversi assumere le sue responsabilità di lord. Le cose non andranno come il ragazzo si aspettava e si ritroverà a dover fuggire braccato da una banda di briganti che lo vogliono morto.
Tra alchimia, malattie, feste e pirati Monty metterà in discussione se stesso e il suo modo di vedere il mondo.
Cose da sapere: l’edizione italiana conterrà due libri in uno: Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini e Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne (incentrato su Felicity, la sorella di Henry, una ragazza veramente interessante).
Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini è stata una lettura molto appassionante e scorrevole, ricca di temi importanti, che mi ha portato a non volermi allontanare dalle pagine.
Finalmente (dopo alcune delusioni), in questo libro ho trovato dei personaggi ben fatti a cui è facile affezionarsi, oltre a Monty, che è un combina guai super melodrammatico, ci sono Percy, un ragazzo inglese di colore grande “amico” del protagonista che deve affrontare ogni giorno grandi pregiudizi (non solo per il colore della pelle) e che riporta alla realtà il giovane lord e Felicity, una ragazza molto intelligente che vuole studiare medicina ma non può perché è donna, ognuno dei quali darà un gran contributo alla storia.
Uno dei punti forti del romanzo sono i temi importanti (e ancora attuali) di cui parla: (piccoli spoiler) la sessualità dei personaggi (bisessualità, omosessualità e asessualità), il dover affrontare una malattia, il razzismo e i pregiudizi di genere, tutto affrontato con grande sensibilità e naturalezza, senza buonismo.
Non mancano azione, misteri e colpi di scena. Ho trovato gli eventi del libro ben pensati e interessanti, ottima la scelta di inserire i pirati e l’alchimia.
Il finale, con elementi inaspettati, mi è piaciuto molto così come la crescita dei ragazzi.
Ho iniziato subito il seguito e sto adorando Felicity.
Sulle tracce di Jack Lo Squartatore è il primo libro di una serie scritta da Kerri Maniscalco. Il romanzo è un young adult con elementi mistery/storici.
Se state pensando: “Non ce la posso proprio fare ad iniziare un’altra serie e ad aspettare anni per avere i seguiti tradotti”, vi capisco, ma questa volta ci è andata di lusso, perché la Mondadori, in contemporanea a questo titolo ha già pubblicato i due successivi (Alla ricerca del Principe Dracula e In fuga da Houdini) e per l’ultimo (A caccia del Diavolo) basterà aspettare Novembre.
La trama del libro è molto intrigante e ha tanto potenziale che però non viene sviluppato al meglio.
Audrey Rose Wadsworth è una dama della Londra vittoriana, ma è anche quello che oggi definiremmo, un medico legale. Di nascosto dal padre, passa il suo tempo nel laboratorio dello zio a dissezionare e studiare cadaveri.
Le sue competenze tornano utili quando in città iniziano ad essere ritrovati i cadaveri di quelle che poi verranno identificate come le vittime di Jack Lo Squartatore.
La scrittrice cerca di restare fedele alla vera storia di questo assassino, modificando qualche data e reinventando il background di qualche personaggio, oltre ovviamente, all’identità di Jack, per motivi di fiction.
Dato il numero scarso di personaggi, e le mie forti doti investigative :P, che consistono principalmente nel sapere che se in un romanzo del genere tutti gli indizi puntano ad una persona si può star certi che quella sia innocente, ho scoperto molto (troppo) presto chi era il colpevole. Questo ha reso la parte restante della lettura meno avvincente.
Ad affiancare Audrey Rose nelle indagini c’è Thomas, che per atteggiamento strizza l’occhio (molto) al personaggio di Sherlock, è intelligente ma socialmente incapace e usa il metodo deduttivo per scoprire la verità.
Nessuno dei due protagonisti spicca e la loro (inevitabile) storia d’amore risulta affrettata, i bisticci che dovrebbero far alzare la temperatura e la tensione tra i due, non riescono nello scopo.
Ho trovato interessante gli avvenimenti avvenuti nel passato che influenzano e spingono i personaggi ad agire e il voler legare la storia a quella di un grande classico della letteratura.
Avrei voluto vedere maggiormente Londra, in alcuni momenti il libro sembra poter essere ambientato in qualsiasi tempo e luogo.
Sulle tracce di Jack Lo Squartatore, nonostante questi problemi, risulta scorrevole, la voglia di arrivare alla fine per vedere se il serial killer coincide con quello ipotizzato c’è e, se la scontatezza di questo personaggio non mi ha entusiasmato, il finale non risulta brutto.
Per avere una buona storia ci sarebbe voluta una maggior caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione e un colpevole un po’ meno banale.
P.s. Dopo i ringraziamenti il libro non finisce c’è un racconto che mostra i primi capitoli del libro raccontati dal punto di vista di Thomas.
Che ne dite lo leggo il secondo? A voi è piaciuto? Come avete trovato questa serie? Diventa più complessa nei successivi? State aspettando l’ultimo?
Un eroe ribelle di Rainbow Rowell, è il seguito di Carry On, che a sua volta è lo spinoff di Fangirl. Tutto chiaro, no? Ecco la mia recensione.
Vi ricordate di Simon e Baz? Il mago e il vampiro. Di Agatha e Penelope? Della scuola di magia di Watford? Del Tedio e dell’Arcimago?
Spero di si, perché la coppia più adorabile del mondo magico è tornata.
Un eroe ribelle (titolo originale: Wayward Son) ci racconta cosa succede agli eroi dopo la fine di una battaglia. Quando tutti i mostri sono stati sconfitti e l’adrenalina smette di scorrere nelle vene.
SPOILER:
Dopo Carry On Simon ha perso tutti i suoi poteri di mago, però ha guadagnato un paio di ali e una coda da drago accompagnati da una poco piacevole depressione.
In questo secondo volume se ne sta tutto il tempo sul divano, mangiando schifezze e non prendendosi cura di se, per di più ignora Baz e il legame che si era creato tra loro.
Per smuovere la situazione, Penelope organizza un viaggio on the road per l’America, con la scusa di andare a trovare Agatha.
Ovviamente, le cose non filano lisce come pensava la ragazza, l’America è un posto meraviglioso ma anche terribile (e non perché mettono l’ananas sulla pizza), dove la magia è diversa (è geniale come vengono gestite le formule per gli incantesimi) e ci sono creature molto pericolose e nuovi (ma non così tanto nuovi) nemici da sconfiggere.
Era tanto che volevo leggere questo libro, e l’ambientazione on the road non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo, a lettura conclusa, nonostante alcuni problemi, posso dire che mi è piaciuto.
Il libro è molto scorrevole, appassionante e i personaggi di Baz e Simon fanno sempre emozionare (sia felicemente che tristemente), mi hanno fatto ridere e in un po’ di scene ho avuto gli occhi a cuoricino (anche se da Fangirl ne avrei volute molte di più).
La storia è raccontata in prima persona dai vari protagonisti, abbiamo dei capitoli brevissimi in cui si alternano i punti di vista di Simon, Baz, Penelope, Agatha e di un nuovo personaggio.
Questa scelta, anche se ne capisco la motivazione, non mi ha entusiasmato molto, perché spezzetta troppo la storia sbalzando il lettore da un POV all’altro nel momento culmine, però dall’altra parte ci da immediato accesso ai pensieri dei ragazzi, cosa molto interessante e spesso divertente.
Ho apprezzato lo spazio dato a Baz in questa storia, ha rubato la scena a Simon, e l’approfondimento della sua natura. Vorrei saperne ancora di più.
Carina anche come si è sviluppata la sua amicizia con Penelope.
La trama è meno corposa del precedente ma non noiosa, e la scelta dei nemici, azzeccata, con più spazio sarebbe stata eccezionale, anche perché vengono buttate li e dimenticate così due o tre informazioni veramente WOW.
Il romanzo finisce, mettendosi in mezzo ad un momento dolce, che crudeltà XD e lascia apertissima la storia. Speriamo di non dover aspettare troppo per avere l’ultimo libro (Any Way the Wind Blows).
Tirando le somme, mi è piaciuto più Carry On, ma anche questa è stata una storia carina.
WildCard è il nuovo libro di Marie Lu, sequel e ultimo volume della duologia di Warcross.
Dopo due anni dall’uscita del primo, ricordarsi i dettagli della storia, inizialmente, è stato difficile ma WildCard, senza troppi spiegoni, riesce a riportare il lettore nella storia.
Breve recap del primo libro. ATTENZIONE SPOILER!
Warcross è un videogioco con milioni di giocatori. Il suo creatore è il giovanissimo miliardario Hideo Tanaka che tra le sue invenzioni vanta lenti e altri dispositivi in grado di far connettere gli utenti tra loro e di fargli vivere una realtà aumentata ma, in Warcross, si è scoperto che è stato tutto un modo per controllare la mente dei giocatori.
Siamo davanti al classico super cattivo che vuole dominare il mondo? non proprio, le motivazioni del ragazzo sono ricollegabili alla scomparsa del fratello minore Sasuke e al desiderio di eliminare tutti i criminali dalla faccia della terra.
Ma Sasuke non è morto… ha preso l’identità di Zero e sta cercando di impedire i piani del fratello.
In mezzo a tutto questo c’è Emika, hacker e protagonista della storia, che dopo aver affrontato un sacco di avventure e pericoli, non sa più di chi potersi fidare e qual è la parte giusta con la quale schierarsi.
Il libro ha tutti gli elementi giusti per piacere, ma a lettura conclusa non mi ha convinto, l’ho trovato uno di quei libri da tre stelline, carini ma facilmente dimenticabili, sicuramente saprete cosa intendo 😉 e per me è stato un vero peccato perché avevo amato la sua prima trilogia (Legend, Prodigy e Champion).
Lo stile di scrittura è semplice, la storia inizia un po’ lentamente ma poi si riprende e avrà molti colpi di scena che in un un momento ribaltano tutte le carte in tavola, senza però perdere credibilità.
Il punto debole di WildCard
che non lo rende speciale nonostante il potenziale, sono i personaggi, poco approfonditi, tranne Hideo e Zero, non mi hanno fatto affezionare, non ho temuto che gli succedesse qualcosa di brutto, non ho riso ne mi sono emozionata. Anche la parte romantica della storia risulta poco sviluppata e un po’ arida.
Il punto forte di WildCard
è il risolversi di tutti i punti lasciati in sospeso nel primo libro e le tante sorprese e pieghe inaspettate che prende la storia.
Lo avete letto? Avete preferito questo o il primo? Concordate sui personaggi?
Ho avuto modo di leggere in anteprima Murderbot: I diari della macchina assassina di Martha Wells, questa è la mia recensione.
Il libro è uscito in Italia il 1 settembre 2020.
Murderbot la protagonista della storia, è una SecUnit, cioè una specie di robot dotato di super armi e parti organiche, specializzata nella sicurezza dei clienti che gli vengono affidati.
Nella compagnia per cui “lavora” ci sono altre macchine create come lei, ma Murderbot è speciale perché è riuscita ad hackerare il proprio modulo di controllo (quindi può decidere di non eseguire un ordine datogli da un umano) e ha scoperto un mondo fatto di libri, musica e soprattutto di serie tv tutto a portata di download. E lo trova molto più divertente e interessante del suo lavoro. (Come dargli torto :P)
La storia si compone di 4 racconti, che potremmo definire anche missioni,
tutti con la nostra macchina assassina come protagonista. Durante le sue avventure incontrerà umani di vario tipo: quelli della Compagnia interessati solo al guadagno, che la dotano di sistemi scarsi per risparmiare, umani che, invece, la trattano come una persona e altrettante macchine: SecUnit che la vogliono uccidere, bot a cui passare file di intrattenimento in cambio di un passaggio, una nave super intelligente (e simpatica, ho adorato questa parte) con cui ideare piani.
Come sempre quando si parla di racconti, anche in questo libro, ci sono quelli più validi e quelli meno.
Alcuni hanno personaggi secondari ben fatti, una storia con tanta azione che risulta molto coinvolgente, mentre ho trovato altri punti più noiosi, tanto da bloccarmi per un po’ la lettura.
Il punto forte del libro è sicuramente Murderbot (nel romanzo gli umani si riferiscono a lei come femmina, anche se in realtà non ha sesso, perché è una macchina) la storia raccontata dal suo punto di vista risulta molto divertente e intrigante, c’è una maturazione interessante nella sua personalità.
Ci si può identificare con una macchina? Beh, qui succede.
Con una protagonista così speciale e dal grande potenziale è un peccato per quelle parti sottotono.
Un’altra considerazione positiva che va fatta sia al libro sia alla traduzione italiana è l’inserimento di alcuni personaggi umani di genere non binario, nella nostra lingua è difficile usare termini neutri quindi nel testo è stata usata la ə per parlarne. (Inizialmente non sapevo cosa significasse, quindi ho anche imparato qualcosa, ottimo!^^)
Un libro adatto a chi ama il genere fantascientifico ma che vuole dei personaggi non convenzionali e un po’ diversi dal solito.
Se si vi è piaciuto dovete sapere che quello con Murderbot non è un addio perché ci sono altre due avventure con lei, già scritte da Wells e in attesa di essere tradotte.
QualityLand è il nuovo libro di Marc-Uwe Kling. Questa è la mia recensione.
Cose da sapere su questo libro:
esistono due versioni: QualityLand per ottimisti e QualityLand per pessimisti (io ho preso questa), le differenze tra le due non riguardano la storia ma alcune pubblicità, notizie e commenti all’interno del libro, inoltre veicolano due messaggi differenti: in uno la tecnologia è vista in modo positivo, nell’altro il contrario.
da questo romanzo verrà tratta una serie TV da HBO (non vedo l’ora).
La trama:
QualityLand è un paese dove domina la qualità, e la tecnologia risolve ogni problema. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono preoccuparsi di nulla ne di cercare l’anima gemella ne di cosa comprare, perché c’è un programma informatico che pensa a tutto , che non sbaglia mai. Sembra tutto perfetto, fino a quando Peter, riceve un prodotto che è sicuro di non volere e tenta di tutto per fare un reso. Ma se Peter ha ragione, allora l’algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e così vengono meno le fondamenta stesse di QualityLand.
La recensione:
QualityLand è un libro spassoso e geniale con una storia distopica che spaventa, e fa molto riflettere, per quanto è vicina alla nostra attuale realtà. App che scelgono per te un compagno adatto, algoritmi che fanno vedere solo quello che ti piace, portandoti a pensare che solo quella sia la realtà, “consigli” per gli acquisti pilotati, prodotti che vengono buttati e ricomprati appena hanno un malfunzionamento invece di essere riparati, analfabeti funzionali, razzisti che rispondono a commenti sul web. Agghiacciante, vero?
Il libro è scritto molto bene ed è molto piacevole, coinvolgente, scorrevole e, soprattutto, originale.
Con molte altre sottotrame che si legano a quella principale: elezioni politiche, differenze tra robot e umani, rivolte contro il sistema non convenzionali, famiglie 3.0, e riferimenti a film, serie tv, libri e altri elementi iconici della nostra realtà.
Il protagonista è uno sfigato, il classico uomo medio, con cui è semplice empatizzare, a cui capitano un sacco di avventure tragi-comiche. Aspettate di scoprire il prodotto che vuole restituire e poi ne riparliamo.
I personaggi secondari sono assurdi e spassosi.
Anche il finale è ideato con cura e conclude degnamente e in modo inaspettato il libro.
Se vi piacciono Guida galattica, 1984, i libri di Vonnegut, gli episodi di Black Mirror e le leggi della robotica di Asimov, questo libro fa per voi.
Il morso della vipera è il primo libro della nuovaserie scritta da Alice Basso. Mi è piaciuto molto e questa è la mia recensione.
Una nuova protagonista:
è stata dura dire addio a Vani, ma tutte le cose belle finiscono, e va dato atto alla Basso di non aver trascinato la storia solo per far piacere ai lettori.
In: Il morso della vipera facciamo la conoscenza di Anita: una ragazza combattiva, tenace, acuta e sognatrice che si ritrova, non vi dico perché, a fare da dattilografa per Sebastiano Satta Ascona che pubblica la rivista Saturnalia: in cui vengono tradotti racconti gialli americani, e proprio lei che non ne ha mai letto uno, si troverà a dover risolvere un omicidio.
Anita è una protagonista affascinante, anche se sono entrata più in empatia con Vani per via del suo carattere più simile al mio, l’ho trovata molto simpatica e intelligente, è un stereotipo vivente che si comporta da anti-stereotipo e che usa gli stereotipi a suo vantaggio. Geniale.
L’ambientazione:
La storia è ambientata nella Torino degli anni ’30, durante il fascismo.
Il contesto storico è ben studiato e risulta evidente che la scrittrice si sia documentata molto per scrivere la storia.
Interessante tutta la questione riguardante i gialli americani, mi ha messo voglia di reperire alcuni dei titoli citati, e quella dei gialli italiani, non ne sapevo nulla della censura messa in atto da Mussolini verso questi tipi di libri.
L’omicidio:
Il caso da risolvere è semplice, ma nonostante questo riesce a dare qualche sorpresa inaspettata. I due protagonisti si chiedono come si possa rendere giustizia ad una ragazza morta e come fare per accusare un eroe di guerra, che sta diventando un simbolo del fascismo, di essere un assassino. Tutto questo fingendo di essere “dei bravi fascisti” e senza farsi arrestare.
La storia d’amore:
Nel libro c’è una parte romance, è un accenno, una scintilla iniziale, che però per ora non mi ha fatto battere il cuore, i due li vedo meglio come amici, vedremo come si svilupperà nei seguiti. Comunque, il commissario Berganza non si batte.
I personaggi secondari:
Ad accompagnare Anita ci sono una serie di personaggi che, anche se non hanno un ruolo da protagonista, arricchiscono la storia e portano tante risate. C’è La Mamma, sempre pronta a proteggere “la purezza della figlia”, Corrado il fidanzato assolutamente fascista che vuole sei figli, Clara l’amica bruttina ma intelligente (di nuovo la Basso gioca con gli stereotipi), La Professoressa cinica che fuma come una ciminiera e da lezioni di vita (e non solo) alle due ragazze.
In conclusione, Il morso della vipera risulta scorrevole e coinvolgente, intelligente, affascinante e divertente. Ha dei personaggi pazzeschi, una splendida ambientazione e tante cose da dire.
Un ottimo nuovo inizio, di cui aspetto con trepidazione il seguito.
Concordate? Vi piacciono i titoli della Basso? Cosa state leggendo?